quanto è importante adattare perfettamente i circuiti radioricevitori autocostruiti ?
Pagina 1 di 1
quanto è importante adattare perfettamente i circuiti radioricevitori autocostruiti ?
diario di bordo:
Per un ambito hobbistico-didattico non ha grandissima rilevanza, ma per chi vuole spingersi al massimo, bisogna essere fobici meticolosi.
Prendiamo come esempio un amplificatore a 1 solo componente attivo transistor, uno a caso, il noto quasi a tutti 2n5109 ,dalle buone performance,
adiamo a vedere sul circuito con l'opportuno analizzatore vettoriale, la sua base, che al variare della corrente che circola su di esso varia la sua capacità e varia delle cose,
bene ,ai più , gia che funzioni ,è una meta, mando 1dB, prevedo 10dB, vien fuori 9.82dB , funziona.
in genere i transistor lavorano sempre bene , anche senza adattarli perfettamente ai 50 Ohm, c'è un però,
ma se prima o dopo, nella catena ricevente , c'è un altro stadio, magari un filtro a cristalli a 8 poli?
In un filtro a 8 poli in genere son presenti matematicamente e no solo, 29 capacità e 8 induttanze, se poi i filtri sono due o tre, salvati.
le tolleranze sono molto basse, e un minimo disadattamento comporta del ripple sulla cima del filtro, intermodulazione, aumento del rumore di fondo, autooscillazioni del cicuito seguente ecc....
Tengo a precisare che il componente di turno non è lui solo dentro la scatola, ma lavora coeso nell'insime.
le soluzioni sono 3
1 :copiare spudoratamente schemi altrui e affidarsi al fato o alla fata turchina.
2 :seminare resistenze ovunque e adattare tutto a 50ohm, è un'ottima soluzione valida e funzionante, ma è un pò castrato.
3 : adattare meticolosamente le reattanze e l'impedenza, anche usando i trasformatori, e nelle situazioni più critiche , aggiungendo anche piccole resistenze di attenuazione aiuta.
attenuando, a volte si guadagna.
Impiegandoci giornate, decenni, per alcuni ,
e usando gli strumenti opportuni, o quelli che più gli tirano simile, si fa la differenza da un bel lavoro a un buon lavoro perfetto.
E' impossibile? no , è costoso? quasisempre .
serve tanta volotà e voglia di "concepire l'andare in onda".
quando?
prima o dopo
ciao
Per un ambito hobbistico-didattico non ha grandissima rilevanza, ma per chi vuole spingersi al massimo, bisogna essere fobici meticolosi.
Prendiamo come esempio un amplificatore a 1 solo componente attivo transistor, uno a caso, il noto quasi a tutti 2n5109 ,dalle buone performance,
adiamo a vedere sul circuito con l'opportuno analizzatore vettoriale, la sua base, che al variare della corrente che circola su di esso varia la sua capacità e varia delle cose,
bene ,ai più , gia che funzioni ,è una meta, mando 1dB, prevedo 10dB, vien fuori 9.82dB , funziona.
in genere i transistor lavorano sempre bene , anche senza adattarli perfettamente ai 50 Ohm, c'è un però,
ma se prima o dopo, nella catena ricevente , c'è un altro stadio, magari un filtro a cristalli a 8 poli?
In un filtro a 8 poli in genere son presenti matematicamente e no solo, 29 capacità e 8 induttanze, se poi i filtri sono due o tre, salvati.
le tolleranze sono molto basse, e un minimo disadattamento comporta del ripple sulla cima del filtro, intermodulazione, aumento del rumore di fondo, autooscillazioni del cicuito seguente ecc....
Tengo a precisare che il componente di turno non è lui solo dentro la scatola, ma lavora coeso nell'insime.
le soluzioni sono 3
1 :copiare spudoratamente schemi altrui e affidarsi al fato o alla fata turchina.
2 :seminare resistenze ovunque e adattare tutto a 50ohm, è un'ottima soluzione valida e funzionante, ma è un pò castrato.
3 : adattare meticolosamente le reattanze e l'impedenza, anche usando i trasformatori, e nelle situazioni più critiche , aggiungendo anche piccole resistenze di attenuazione aiuta.
attenuando, a volte si guadagna.
Impiegandoci giornate, decenni, per alcuni ,
e usando gli strumenti opportuni, o quelli che più gli tirano simile, si fa la differenza da un bel lavoro a un buon lavoro perfetto.
E' impossibile? no , è costoso? quasisempre .
serve tanta volotà e voglia di "concepire l'andare in onda".
quando?
prima o dopo
ciao
iz3jzo- Messaggi : 15
Data d'iscrizione : 01.10.14
Età : 41
Località : Lavagno
L'uscita degli stadi va adattata all'ingresso di ciò che segue . . .
la mia opinione in merito all'accoppiamento di un dispositivo attivo ad un carico reattivo come un filtro è la seguente:
- sapere a quale impedenza è stato calcolato il filtro,
- definire la "resistenza di carico" ottimale a cui si intende far funzionare il dispositivo attivo (transistor),
- adattare l'impedenza del filtro alla "resistenza di carico" prevista per il transistor; la chiamo resistenza di carico in quanto è necessario compensare le componenti reattive del filtro. Tale compensazione si esegue con circuiti LC risonanti o con reti di adattamento a L che "mangiano" la componente reattiva EQUIVALENTE presentata dal filtro e trasformano i valori di impedenza dei due elementi da accoppiare (transistor e filtro);
- terminare l'altro capo del filtro con adeguata rete di compensazione o spudoratamente su carico resistivo puro (caso di entrata in un gate di un MOS-FET che presenta impedenza elevatissima)
- ovviamente la compensazione della parte reattiva esiste solo all'interno della banda passante mentre fuori banda le componenti reattive diventano mostruose, ma d'altra parte è per questo che i segnali fuori banda non passano dal filtro, proprio perchè vengono "riflessi" o cortocircuitati a massa a causa dello spaventoso disadattamento di impedenza . . .
Tali riflessioni possono dar fastidio a taluni componenti attivi e quindi un diplexer che termina le componenti di frequenza fuori banda aiuta parecchio.
La storia sarebbe lunga e quindi da proseguire di persona . . .
Ciao
Corrado
- sapere a quale impedenza è stato calcolato il filtro,
- definire la "resistenza di carico" ottimale a cui si intende far funzionare il dispositivo attivo (transistor),
- adattare l'impedenza del filtro alla "resistenza di carico" prevista per il transistor; la chiamo resistenza di carico in quanto è necessario compensare le componenti reattive del filtro. Tale compensazione si esegue con circuiti LC risonanti o con reti di adattamento a L che "mangiano" la componente reattiva EQUIVALENTE presentata dal filtro e trasformano i valori di impedenza dei due elementi da accoppiare (transistor e filtro);
- terminare l'altro capo del filtro con adeguata rete di compensazione o spudoratamente su carico resistivo puro (caso di entrata in un gate di un MOS-FET che presenta impedenza elevatissima)
- ovviamente la compensazione della parte reattiva esiste solo all'interno della banda passante mentre fuori banda le componenti reattive diventano mostruose, ma d'altra parte è per questo che i segnali fuori banda non passano dal filtro, proprio perchè vengono "riflessi" o cortocircuitati a massa a causa dello spaventoso disadattamento di impedenza . . .
Tali riflessioni possono dar fastidio a taluni componenti attivi e quindi un diplexer che termina le componenti di frequenza fuori banda aiuta parecchio.
La storia sarebbe lunga e quindi da proseguire di persona . . .
Ciao
Corrado
Corrado- Ospite
Pagina 1 di 1
Permessi in questa sezione del forum:
Non puoi rispondere agli argomenti in questo forum.
|
|